Stati Generali dell'Amministrazione Condivisa a Bologna. I primi dieci anni

A dieci anni dal varo del primo Regolamento sull’amministrazione condivisa da parte del Comune di Bologna, istituzioni e cittadini si sono trovati per discutere l’applicazione e le novità introdotte dal nuovo Regolamento. Due giorni di lavoro, il 15 e 16 marzo, ai quali ha partecipato anche la Risanamento, sono stati necessari per fare il punto della situazione, analizzare le novità del Regolamento e ipotizzare i percorsi futuri di collaborazione con l’Amministrazione locale.

Gli Stati generali sono stati un’opportunità di dialogo e un’occasione di confronto utile a tutti per costruire le fondamenta di un modello organizzativo adatto ad affrontare le complesse dinamiche socio‑economiche che la nostra società sta vivendo. I primi dieci anni di applicazione degli strumenti di amministrazione condivisa ne hanno evidenziato i pregi ma anche alcuni limiti. Gli Stati generali hanno rappresentano un’opportunità di verifica e di dialogo per la costruzione collettiva del modello bolognese di condivisione partecipata.

Il rinnovato patto con l’amministrazione condivisa ha rappresentato un’occasione per riflettere sull’evoluzione della dimensione partecipativa dei cittadini che nel tempo è diventata sempre più importante fino a rappresentare un autentico sostegno nella realizzazione delle politiche pubbliche. Gli strumenti dell’amministrazione condivisa vanno usati in modo proprio e consapevole, attivando quei progetti che realmente possono creare valore tramite la collaborazione fra il pubblico e il privato, poiché l’iter per la loro realizzazione non è breve avendo necessità di tempo e risorse, finanziarie e umane, chiaramente definite.

A partire dalle primissime fasi di ideazione del progetto è quindi necessario definire in modo chiaro e misurabile quali sono gli obiettivi, le direzioni, il patto di collaborazione e i risultati attesi. Altro elemento basilare è la sostenibilità delle iniziative, che deve essere valutata sia a livello economico, sia a livello di risorse umane: entrambi i fattori devono essere presenti con modalità tali da dare continuità nel tempo alle realizzazioni e ai servizi, evitando il rischio di un loro affossamento dopo l’iniziale entusiasmo. Sono fattori importanti, ma che rischiano di escludere dal novero dei progetti di amministrazione condivisa le realtà più piccole che non dispongono di una struttura con garanzia di continuità nel medio - lungo periodo, e che possono proporsi se hanno la capacità di fare rete condividendo risorse e relative competenze.

Nel novembre 2022 Il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato una modifica statutaria e un nuovo regolamento sull’amministrazione condivisa che hanno innovato gli strumenti a disposizione della comunità. Lo scopo dei provvedimenti è stato quello di creare una struttura normativa unitaria in grado di semplificare alcuni aspetti della collaborazione tra pubblica amministrazione ed enti del terzo settore, associazioni formalmente riconosciute, reti civiche, gruppi informali e cittadinanza attiva.

In particolare il modello dell’amministrazione condivisa diventa a pieno titolo strumento formale a disposizione del Comune di Bologna da un lato per la gestione del rapporto con le associazioni e dall’altro per i rapporti con la cittadinanza finalizzati alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni urbani. Il nuovo Regolamento si rivolge non solo agli enti del Terzo Settore, ma anche ad associazioni non iscritte al RUNTS (Registro Nazionale Terzo Settore - Servizi Lavoro), a gruppi informali, a singoli cittadini e anche ad altre tipologie di soggetti, sebbene con alcune differenze e limitazioni. Il nuovo Regolamento norma sia le attività classificate come d’interesse generale, complementari o sussidiarie a quelle della Pubblica Amministrazione, sia le azioni civiche proprie della cittadinanza attiva. Le azioni di collaborazione possono essere attivate sia dal Comune tramite avvisi pubblici sia dall’impulso autonomo della cittadinanza.

La programmazione condivisa è una delle innovazioni principali del nuovo Regolamento. Prende avvio per con un avviso pubblico che definisce i soggetti ammessi, gli obiettivi da raggiungere, le modalità di svolgimento del percorso e le fasi in cui si articolerà. Successivamente può avviarsi la fase di progettazione condivisa che ha la funzione di approfondire le proposte di collaborazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni, definire gli interventi negli ambiti di attività di interesse generale e infine di affidare lo svolgimento di tali attività a favore degli utenti. Il sostegno da parte della Pubblica Amministrazione può assumere varie forme, come, per esempio, disponibilità di beni o servizi, supporto alla comunicazione, formazione, sostegno finanziario, affiancamento nella ricerca di ulteriori risorse. In quest’ambito particolarmente significativi sono i miglioramenti in tema di semplificazione amministrativa, come quello dedicato alla realizzazione di piccoli eventi sociali, culturali e sportivi che non necessitano più di una licenza di pubblico intrattenimento e spettacolo. Radicalmente innovata è anche la disciplina in materia di utilizzo di immobili di proprietà comunale di cui diventa più agevole l’assegnazione per progetti occasionali, temporanei o stabili, da realizzare a vantaggio della cittadinanza.

Massimo Giordani

 

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