Trasformazioni urbane: il Piano per l'Abitare del Comune di Bologna, 3 luglio 2023
Il "Piano per l'abitare - Bologna 2030" è stato presentato dalla vicesindaca Clacy in un incontro organizzato da Legacoop, a cui ha partecipato la Coop Risanamento.
I piano prevede tre grandi poli per una nuova idea dell'abitare:
- Quartiere sociale ecosostenibile al Lazzaretto. Entro il 2023 verrà bandito il concorso di progettazione, per avviare il programma di realizzazione dei primi 280 alloggi di edilizia sociale in locazione, di cui circa 92 a servizio di un nuovo studentato pubblico. Un luogo che potrà dare risposta a circa 600 persone più 180 circa studenti meritevoli e a basso reddito, anche pensato per realizzare una
grande Comunità Energetica. Un investimento stimato in circa 50 milioni di Euro. - II Distretto dell'innovazione all'ex Scalo Ravone rifunzionalizzazione ecosostenibile di parte delle aree e strutture edilizie dismesse per la realizzazione del distretto dell'innovazione culturale e sociale all'interno del progetto-bandiera di mandato "Città della conoscenza" Alle funzioni sociali e culturali innovative, cuore del progetto, si aggiungono gli usi abitativi, legati al supporto di queste funzioni e all'integrazione nel contesto circostante; Edilizia Residenziale Sociale come definita dal PUG, per complessivi 9.000 mq di SU, circa 130 alloggi. II 50% di questi alloggi viene realizzato direttamente dal Comune con le risorse PUI/PNRR con un investimento previsto di Euro 11 Mln. L'altra metà viene realizzata tramite bando rivolto agli operatori del mercato.
- ex Caserma Stamoto. In relazione ad un accordo tra Stato e città la ex caserma passerà in proprietà al Comune, che avvierà un processo di rigenerazione basato su usi temporanei dell'area che via via innescheranno funzioni sociali, culturali e abitative all'interno dell'area. Le prime valutazioni portano ad immaginare un nuovo quartiere verde, con funzioni miste tra le quali potrebbero essere realizzati circa 280 alloggi e uno studentato, in parte ERS.
Cinque edifici pubblici per sperimentare nuove forme dell'abitare: via Fioravanti 24, via XXI aprile 15, Capo di Lucca 22, Barontini 17, Boccaccio 1.
Tre programmi pr rigenerare l'Edilizia Residenziale Pubblica:
- Programma «Sfitto Zero» ristrutturazione di 600 alloggi di ERP oggi sfitti per carenze manutentive;
- Programma «Contrasto alla povertà energetica» verso una città Carbon Neutral;
- Programma «Riduzione delle disuguaglianze» nei caseggiati di ERP.
Tre strumenti integrati di governance:
- L'Agenzia Sociale per l'Affitto: L'obiettivo è intercettare una parte degli alloggi che già transitano per il mercato privato "concordato" e favorire la rimessa nel circuito di alloggi sfitti o ad uso turistico, per locarli a canoni ridotti a soggetti e famiglie con redditi intermedi, a fronte di significativi incentivi pubblici diretti ai locatori (contributi, garanzie ecc.), indiretti e a vantaggi gestionali. Un primo stock di alloggi sarà messo a disposizione da Comune e partner pubblici (Acer e Asp) e Istituto Sostentamento Clero. In futuro l'Agenzia potrà essere funzionale all'attuazione del Pug in materia di ERS;
- La Variante al PUG in materia di ERS e qualità dell'abitare. La variante agli strumenti di pianificazione comunale ha tra i suoi obiettivi quello di facilitare l'attuazione degli interventi di rigenerazione che comportano la realizzazione di ERS, in modo da affiancare alle previsioni in essere che derivano dai vecchi strumenti una nuova offerta abitativa sociale nel quadro dell'attuazione del PUG;
- L'Osservatorio Metropolitano sul Sistema Abitativo ha per obiettivo principale la sistematica e continuativa comprensione delle dinamiche di domanda e offerta che determinano la condizione abitativa a livello metropolitano, per contribuire a produrre interventi più efficaci di politica per la casa, assicurando l'ascolto e la partecipazione della società civile organizzata.
Come Risanamento abbiamo manifestato l'interesse per qualsiasi iniziava che possa agevolare la creazione di edilizia residenziale sociale, e la nostra disponibilità a partecipare ai progetti. Noi da sempre offriamo case a canoni contenuti, con contratti senza scadenza, e vogliamo continuare a lavorare per le persone che appartengono a quest'area grigia, che comprende quei cittadini con un reddito tale da non permettere l'accesso al libero mercato dell'affitto, ma nemmeno abbastanza disagiati da poter accedere alla edilizia residenziale sociale. Tutto ciò a condizione che non venga compromessa la solidità di bilancio della cooperativa, consolidata negli ultimi anni. Quindi la valutazione dei costi sarà importante considerando che non abbiamo alcuna intenzione di alterare il nostro DNA e iniziare a speculare sugli affitti. In centoquarant'anni di vita la Risanamento è riuscita a raggiungere un equilibrio gestionale che consente di mantenere in condizioni più che dignitose il proprio patrimonio immobiliare e che ha permesso anche di far risparmiare ai soci un milione di euro nel 2023, grazie alla non applicazione del canone ISTAT. Abbiamo preso questa decisione anche dopo aver visto che circa 450 soci ci avevano chiesto la documentazione per partecipare al bando affitto 2022 del comune. Si tratta del 20% dei soci assegnatari. Oggi l'inflazione è ampiamente superiore al 7% ma noi non possiamo pensare di rinunciare ogni anno al recupero dell'inflazione poiché si metterebbe a rischio l'intero equilibrio gestionale. Nondimeno qualcosa dovremo inventare visto che il Governo non ha rifinanziato il fondo per il sostegno all’affitto e che una parte significativa dei nostri soci che lo scorso hanno avuto il sostegno del fondo, nel 2023 ne saranno privi.
Si parla molto anche di nuove forme dell’abitare, con ampi spazi comuni che dovrebbero indurre nuove forme di vita collaborativa fra le persone. La Risanamento ha concepito tali spazi fin dalle origini, con fabbricati che racchiudevano un’area in cui sorgevano edifici per i servizi comuni, che nei primi fabbricati sorti a fine Ottocento e inizio Novecento ospitavano bagni e lavatoi comuni. Tali edifici sono stati a lungo presenti negli spazi delle case Risanamento, l’ultimo è stato dismesso alla fine degli anni Settanta. Al loro posto sono sorte aiuole, panchine, zone in cui le persone possono incontrarsi, ma anche parcheggi. E non è facile pensare di cancellare tali spazi per riedificare fabbricati anche se a uso comune. Diverso sarebbe il ragionamento nel caso di nuove costruzioni dove gli spazi sarebbero progettati ex novo con un’idea dell’abitare diversa da quella tradizionale.