Le coop a proprietà indivisa a Bologna: i risultati dell'indagine cooAbita

Un ritratto dell’abitare cooperativo a Bologna è il risultato dell'indagine cooAbita, promossa da Legacoop Bologna, Legacoop Abitanti, Vicoo, Kiez Agency, con il patrocinio del Comune di Bologna. Alla presentazione, il 14 dicembre, hanno partecipato fra gli altri Simone Fabbri e Rita Ghedini di Legacoop, Rossana Zaccaria di Legacoop abitanti, Annalaura Ciampi di Kiez Agency,  l’assessore all’Urbanistica Raffaele Làudani e la vicesindaca Emily Clancy.

Lo studio, ha coinvolto principalmente coop Dozza e coop Risanamento, di cui ha tracciato un quadro di sintesi. Ogni anno i nuovi alloggi in locazione offerti ai soci sono circa 120, pochissimi rispetto ai 18.625 soci complessivi delle due cooperative. Dei circa 57.500 alloggi in locazione a Bologna, 10.000 sono edilizia ERP e 2.919 sono di proprietà della cooperazione indivisa. Il canone medio di locazione delle coop a proprietà indivisa è pari a 5,12 €/mq indicativamente il 60%  in meno rispetto alla media del libero mercato.

Il 55% dei soci che stanno cercando casa ha un’età compresa tra 46 e 65 anni, ma è alta la fascia compresa tra i 26 i 35 anni che corrisponde al 34% del totale. La maggioranza è composta da nuclei familiari da 2 a 4 persone che cercano bilocali o trilocali tra i 50 e gli 80 metri quadri. Le due cooperative riescono a mettere a bando annualmente circa 120 alloggi, pochissimi rispetto alla domanda. Il 66% dei soci in lista di attesa sta cercando casa da almeno 3 anni. Per quanto riguarda il reddito: il 53% è compreso nella fascia tra 15.000 e 25.000 euro, un ulteriore 23% sta tra i 26.000 e 40.000 euro\anno, con una disponibilità di pagamento di un canone di circa 500 euro al mese. Dall’indagine emerge che il 35% dei soci e delle socie delle cooperative sono interessati a dare vita a Comunità Energetiche. Infine, risultano particolarmente graditi spazi verdi condominiali, salette e luoghi di aggregazione sociale e culturale e spazi di co-working.

A conclusione della ricerca sono state illustrate alcune esperienze europee di cooperative di abitanti. Il complesso abitativo e commerciale Kalkbreite di Zurigo, che rappresenta un modello economico innovativo nel quale le attività commerciali (B&B, bar, ristoranti, negozi, supermercati e cinema) offrono lavoro e gli utili generati vengono reinvestiti all’interno del complesso; a Barcellona la cooperativa La Borda è un esempio di spazi e servizi in condivisione tra gli abitanti come lavanderia, cucina, sala da pranzo – spazio multiuso, spazio coworking, area dedicata alla salute e assistenza; Coop Housing, a Berlino, propone un mix di modelli abitativi articolato in 3 blocchi, con la metà di  appartamenti standard di 54 mq componibili, un quarto di co-housing con appartamenti da 4 a 20 abitanti e poi spazi comuni e commerciali aperti anche al quartiere per attività sociali e culturali.

 

L’effetto calmieramento dei prezzi della cooperazione di abitanti è evidente ed è il modo di rispondere ad un bisogno economico e sociale diventato emergenza a Bologna - sottolinea Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna. La variante al Piano Urbanistico Generale proposta dal Comune di Bologna va nella giusta direzione perché ha l’obiettivo di creare un meccanismo virtuoso tra crescita dell’edilizia libera e sviluppo di nuova Edilizia Residenziale Sociale senza consumo di suolo, come prevede la normativa. Solo con un sostegno pubblico a più livelli (nazionale, regionale e locale) e uno sviluppo del mercato immobiliare è possibile un effetto leva per poter realizzare, in 10 anni, fino a 1.000 alloggi di nuova ERS in locazione permanente“.

 

"La crisi abitativa che stiamo vivendo e che interessa anche la classe media – ha dichiarato Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti – ci obbliga a ripensare un nuovo modello di offerta di case che, sostenuto anche da risorse pubbliche, vede la cooperazione di abitanti come un soggetto attivo e propositivo. Il modello che si sta delineando a Bologna è molto interessante e rappresenta senza dubbio una buona pratica che si integra con la nostra proposta fatta al Governo nazionale: attivare un Piano pluriennale per la realizzazione complessiva di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti rispetto a quelli di mercato. Come cooperazione ci candidiamo a realizzarne il 10% (5.000 alloggi), in una logica di partenariato e di co-progettazione pubblico-privato che consentirebbe allo Stato di risparmiare complessivamente 277 milioni di euro, liberando risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata alle persone più disagiate“.

 

 

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