Immagina. Costruiamo il futuro della cooperazione. Assemblea 2024 dei delegati Legacoop Bologna
Numeri di grande significato quelli presentati all'Assemblea dei delegati di Legacoop Bologna che si è tenuta il 7 marzo al cinema Modernissimo. Legacoop Bologna associa 185 cooperative; per il 47% delle cooperative l’utile 2023 ha registrato una crescita di oltre il 10% rispetto all’anno precedente anche se il valore della produzione è aumentato per il 35% delle associate mentre per il 49% è risultato invariato. Previsioni nel segno della stazionarietà: la maggior parte delle cooperative prevede, per i prossimi mesi, stabilità per l’andamento della domanda e dell’occupazione. Secondo i dati della piattaforma Synesgy, che conferisce un rating ESG, le associate a Legacoop Bologna raggiungono una performance sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale per un 33% tra l’ottimo e il buono, per un 51% soddisfacente e per un 16% sufficiente.
“Le trasformazioni in corso chiamano sempre più gli attori dell’economia sociale a fornire risposte trasversali per affrontare sfide complesse: tecnologiche, ambientali, demografiche, energetiche, economiche e sociali – ha dichiarato Simone Gamberini, presidente di Legacoop Nazionale – Una grande responsabilità che coinvolge direttamente il movimento cooperativo e Legacoop, cui spetta il compito di definire un programma da offrire al Paese e ai propri associati. Le sfide sono la transizione digitale ed ecologica, l’energia pulita e a basso costo, il lavoro dignitoso e paritario tra uomini e donne, il coinvolgimento dei giovani e una rigenerazione urbana in grado di rispondere ai bisogni delle comunità“.
Al centro dell’assemblea dei delegati di Legacoop Bologna i temi delle transizioni, con panel dedicati a rigenerazione urbana, politiche di prossimità, digitalizzazione, utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nelle cooperative e sostenibilità. Il presidente Lorenzini ha parlato nel panel dedicato alla rigenerazione:
"La cooperativa Risanamento è una coop di abitanti a proprietà indivisa. Siamo una delle cooperative più vecchie dell'Emilia Romagna e d’Italia e fra tre settimane compiremo i 140 anni dalla nostra fondazione. Attualmente gestiamo, soprattutto a Bologna, 2233 appartamenti e 110 unità commerciali. Noi realizziamo appartamenti e li diamo in godimento ai nostri soci, quindi li affittiamo. Come sapete tutti la mancanza di appartamenti a Bologna è un serio problema tanto che noi su 100 appartamenti messi a bando nel 2023 abbiamo ricevuto più di 1000 domande. Noi immaginiamo di intraprendere un percorso che permetta alla cooperativa di poter dare risposte più veloci ai nostri soci e soprattutto più case. Immaginiamo anche di avere più collaborazioni col mondo cooperativo, anche trasversali, come auspicava Rita Ghedini nel suo intervento. Collaborazioni per dare ai soci un prodotto globale che comprende naturalmente la casa a un prezzo sostenibile ma anche tutta una serie di servizi creati insieme ad altre cooperative, per esempio le coop sociali.
Per quello che riguarda la rigenerazione urbana, per noi cooperativa a proprietà indivisa, il discorso è molto delicato perché noi cerchiamo di avere canoni di locazione per i nostri soci all'incirca tra il 20% e il 30% al di sotto del mercato. Attualmente la rigenerazione urbana cosi come viene proposta porterebbe a canoni d'affitto analoghi ai valori attuali di mercato. La nostra vocazione è l’edilizia residenziale sociale e per le cooperative come la Risanamento non ha senso proporre abitazione a valori uguali a quelli di mercato. Recentemente a livello nazionale è stato presentato un documento, a firma Legacoop Abitanti Nazionale, propositivo per un piano per la casa, per il quale ringrazio anche Simone Gamberini, Barbara Lepri e Rossana Zaccaria. Noi abbiamo il problema di tenere bassi i costi soprattutto dell'acquisto delle aree. Fare rigenerazione urbana è la direzione giusta, ma attualmente il divario di costi, che comprende ingenti spese per la bonifica di aree ex industriali o militari, è troppo elevato per riuscire a mantenere i canoni bassi. Credo che nei prossimi anni la sfida soprattutto per noi sia quella della riproposizione della sostenibilità di un modello, quello della proprietà indivisa, perché siamo rimasti veramente in pochi a livello italiano. Il mio amico Guido Bosi, presidente di Dozza, dice che non vorrebbe diventare come i panda, protetti perché a rischio di estinzione. Noi vorremmo, invece che la politica finalmente capisca che abbiamo veramente bisogno di un sostegno perché noi la disponibilità la mettiamo più che volentieri per dare una mano alla città Metropolitana di Bologna, e a tutte le persone che cercano alloggio nell’ambito dell’edilizia residenziale sociale. Lo abbiamo fatto a partire dal 1884 e vogliamo continuare a farlo anche in futuro."